CENNI STORICI - Il ripristino di una tradizione nel racconto di Roberto Soru

Fino al 1997, quando si parlava di Settimana Santa, subito la mente dei Domusnovesi e paesi limitrofi andava alla famiglia Mura. I riti paraliturgici della Settimana Santa, da quanto appreso anche dalle persone più anziane, almeno dalla metà dell' 800, erano curati non da Confraternite che comunque in processione portavano i simulacri, ma da nuclei familiari.
Però, quando la trasmissione di tradizioni avviene per via "sanguinea", non sempre c' è continuità, per cui sappiamo che, tra la fine dell' 800 e l' inizio del '900, la persona che curava i riti morì e i figli non continuarono. A quel punto tutto passò alla Parrocchia (le statue comunque venivano conservate in chiesa; la biancheria tipo gli abiti dei Giudei, del S. Giovanni e della Maddalena, alcuni abiti da "Baballottis", il corredo della lettiga, erano conservati dalla famiglia che curava tutto).
E' in quel momento che un giovane poco più che bambino, Franceso Mura, prese tutto in mano, diventando un personaggio fondamentale, pur semplice, per la continuazione della tradizione. Oggi è ricordato come "Ziu Cicchinu".
Il suo impegno, anche come sacrestano, continuò fino al 1979 quando il 19 Marzo Dio lo chiamò in gloria.
La Settimana Santa ha avuto diverse fasi.
Come tradizione antica la Settimana Santa di Domusnovas iniziava con la vestizione della Madonna Addolorata, il Giovedì delle Palme (anche se in modo privato). Si ricorda ancora oggi che al termine della vestizione si suonavano le campane a festa.
Il Venerdì delle Palme, veniva fatta la processione dell' Addolorata. Quando usciva per la processione la gente diceva "esti circhendi su fillu" (sta cercando il figlio). Al rientro della processione la Madonna veniva nascosta dietro l' altare fino al Venerdì Santo.
I riti riprendevano direttamente il Venerdì Santo quando, tra mezzogiorno e le 15.00, veniva preparato un piccolo palco a fianco del pulpito e veniva issato il Crocifisso con ai piedi la Madonna che tra le mani portava una piccola Sindone.
La sera, dall' antica chiesetta di S. Barbara, partiva un piccolo corteo formato da alcuni "Baballottis" con la croce nera, seguiti da due bambini (sino agli anni '40 sia S. Giovanni che la Maddalena erano vestiti da due maschietti), i Giudei, La Madonna che dopo la liturgia della Croce veniva portata via dalla Chiesa, la Lettiga.
Dopo l' omelia, che veniva fatta dal pulpito dall' oratore che indicava il Crocifisso lì vicino, seguiva il rituale come avviene tutt' ora con la deposizione - "Su Scravamentu" - (termine in sardo che indica l' estrazione dei chiodi, contrario di "cravai" che sta per infilare a forza) eseguita dai quattro personaggi che raffigurano Giuseppe di Arimatea, Nicodemo e due servi.
Seguiva la processione con il Gesù Morto che, calato dalla Croce, veniva adagiato sulla Lettiga, la Madonna Addolorata e, preceduti dalla grande Croce, i “Baballottis”, S. Giovanni e la Maddalena, i Giudei.
Il Sabato Santo, fino alla riforma canonica, prevedeva a mezzogiorno la Resurrezione con l' esposizione del Gesù Risorto.
Il giorno di Pasqua, come da tradizione Sarda, si svolgeva "S' Incontru".
Dopo i tre canonici inchini, alla Madonna veniva tolto il manto nero per vedersi quello azzurro con la tunica bianca e tutti i monili d' oro.
Non ci sono prove certe se in passato, quindici giorni dopo Pasqua ci fosse "S' Inserru" cioè la chiusura, con il saluto di Maria a Gesù, la separazione della Statue e loro conservazione.
Verso la fine degli anni '50 e successivamente, con l' interpretazione errata dei documenti del Concilio Vaticano II°, ci fu qualche cambiamento che rischiò di far perdere parte, se non tutta, della Settimana Santa.
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Innanzi tutto, alla fine degli anni '50, un vice parroco decise di sostituire la Madonna Addolorata che era da restuare, con l' attuale statua tutta in legno, titolare della Confraternita.
A causa di ciò si perse la tradizionale processione del Venerdì delle Palme (da noi reintrodotta nel 1998). Un' ulteriore conseguenza fu che occorreva un' altra statua per il giorno di Pasqua e così per alcuni anni si chiedeva in prestito la statua dell' Assunta dal vicino paese Musei, e poi una volta sostituita la statua dell' Assunta presso la parrocchia, questa veniva utilizzata per l' Incontro.
Tra la fine degli anni '60, il parroco (che grazie a Dio durò solo qualche anno, demolendo le balaustre dell' altare maggiore, occultando i resti dell' antica Addolorata e chi più ne ha più ne metta) quasi cancellò tutti i riti e abiti.
E' qui che fu più faticoso ma importante la figura di "Ziu Cicchinu" che difese le tradizioni anche davanti a qualche "bigotta" che, dalla parte del Parroco, voleva la distruzione delle tradizioni.
Nell' ottobre del 1972 (e fino a tutt’oggi) arrivò come parroco don Giovanni Frongia che era stato già vice parroco nel periodo 1960-1966. Man mano, con gli anni, contribuì a recuperare le tradizioni.
Purtroppo a costruire ci vuol tanto, ma a distruggere non ci vuol niente.
Dopo le perdite avute, la Settimana Santa, fino al 1998, si ridusse a due giorni: il Venerdì Santo e il giorno di Pasqua (la notte di Pasqua il Cristo Risorto entrava trionfalmente in Chiesa al Gloria).
La memoria storica dei figli di "Ziu Cicchinu" gli attuali Priori, Gianni (Giovanni) e Peppuccio (Giuseppe), i racconti dei nostri genitori e delle persone anziane, hanno permesso di trasmetterci tutto come se vedessimo un filmino dell' 800. Si iniziò, alla fine degli anni '70, ad incoraggiare le persone ad indossare l' abito penitenziale (Baballottis) per portare le statue della Settimana Santa.
Nel 1990, grazie ai Priori e al Parroco che è sempre stato per le tradizioni, si acquistò da Ortisei, una statua ad articolazioni snodate della Madonna per riprendere la tradizione della Madonna vestita a lutto e a festa. Uscì la prima volta in processione il giorno di Pasqua del 1990.
Nel 1992, per iniziativa del Sig. Gianni, la Madonna Vestita uscirà anche per "Su Scravamentu", mentre l' altra del 1992 rimarrà esposta fino alla liturgia della Croce.
Già dalla metà degli anni '80, io e mio fratello Michelino (mio fratello maggiore), iniziammo ad aiutare i Sigg. Mura. Sinceramente parlando, io forse agli inizi ero più di ingombro che d' aiuto, ma essendo anche amico del figlio di Peppuccio, oramai già agli inizi della Quaresima ci si cercava (a parte che in ogni caso si lavorava in parrocchia anche in altre realtà).
La voglia di non perdere la nostre tradizioni, sia dal punto di vista puramente religioso oltre che tradizionale, ci spinse a concretizzare la nascita della Confraternita.
Ricordo che il 21 Marzo del 1997 il Sig. Gianni, tra le critiche di qualcuno (era il venerdì delle Palme), preparò in una cappella la Madonna Addolorata (la titolare) con ai piedi la statua di Gesù Morto (non la statua che viene utilizzata per la deposizione, ma un' altra in gesso, che è esposta tutto l' anno nella cappella dell' Immacolata).
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Quello fu un segnale per tutti noi che quell' uomo di 67 anni voleva riproporre una tradizione scomparsa da 50 anni. La sera, ai piedi di quelle immagini, decidemmo che terminata la Settimana Santa avremo costituito la Confraternita. Il nome? Non eravamo certi, ma anche qui fu il Sig. Gianni a decidere: “Noi saremo la Confraternita della Madonna Addolorata”. E così fu.
L’11 Aprile comunicammo la cosa al Parroco e al Consiglio Pastorale. Per lo statuto? Le confraternite hanno un regolamento. Mi venne in mente che conoscevo due persone dell' Arciconfraternita di Iglesias.
Prendemmo contatti. A luglio riuscimmo a trovare un giorno per andare da loro. Il loro aiuto fu fondamentale e lo è tutt' ora.
Ci aiutarono a stilare il primo statuto, a darci una mano per il disegno dell' abito, per la preghiera e cerimonia di professione, prendere contatti con il Vescovo per l' approvazione.
Il Vescovo ci diede il suo benestare e il 15 Settembre del 1997, aiutati da alcuni Arciconfratelli, Domusnovas ebbe nuovamente un confraternita composta da cinque persone: Gianni, Peppuccio e Alessio Mura, Michelino e Roberto Soru.
Dal 1997 a oggi la confraternita è cresciuta ed ora siamo in undici.
E' cresciuta anche la Settimana Santa, sia per le processioni, sia per le figure che abbiamo voluto inserire.
La prima cosa che decidemmo, fu quella di ripristinare la processione dell' Addolorata il Venerdì delle Palme che ufficialmente è "Sa Mamma chi circara su fillu" (La mamma che cerca il figlio).
Avendo oramai due statue della Madonna, decidemmo che la Madonna titolare esce in processione il Venerdì delle Palme e la mattina del Venerdì Santo. La Madonna con gli abiti in stoffa, esce per la deposizione e il giorno di Pasqua.
Ora la Settimana Santa, oltre ad aver recuperato alcuni momenti persi, ne ha dei nuovi.
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- Testo e foto a cura di Roberto Soru.
** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento al carissimo amico Roberto Soru, vice Priore della Confraternita della Addolorata, per avermi fornito il materiale documentario che mi ha consentito di realizzare questa scheda monografica sulla Settimana Santa di Domusnovas.